Imam di Torino, lo Shanin-pensiero sul 7 ottobre

Published 7 hours ago
Source: tgcom24.mediaset.it
Imam di Torino, lo Shanin-pensiero sul 7 ottobre
Non c’è dubbio che, dopo quel corteo Pro Pal dello scorso 9 ottobre, Mohamed Shahin, da 20 anni alla guida della moschea del quartiere torinese di San Salvario, faccia discutere e divida. Non poteva lasciare indifferenti la sua tesi, esposta ai manifestanti: "Quanto successo il 7 ottobre non è una violenza, è la resistenza". Una giustificazione delle 1.200 esecuzioni di Hamas confermata pure in Questura, con gli agenti della Digos a inviare il carteggio in Procura. Il pensiero dell'Imam è discutibile, ma per i giudici non ci sono gli estremi di reato penale. Pochi giorni dopo Shahin si ripete, in forma meno netta: "Il 7 ottobre è il risultato di occupazione di 80 anni e di 11 guerre avvenute prima". La sostanza cambia di poco, come il suo atteggiamento giustificazionista verso i crimini di Hamas. In parallelo però la valutazione compete pure al Viminale. Compito non facile, come il compromesso tra l’invocata libertà di espressione e il dovere di far prevalere la prudenza a tutela degli italiani. Va dunque rispettato il provvedimento di espulsione verso l’Egitto "per motivi di ordine pubblico e di sicurezza dello Stato": avrebbe un ruolo di rilievo in ambienti dell’Islam radicale - si sottolinea - e sarebbe il messaggero di un'ideologia fondamentalista e antisemita. Si scava nel passato di Shahin: viene fuori una sua apparizione nel 2012 a San Pietro con la bandiera nera dei gruppi jihadisti, e a quanto pare, il suo nominativo era stato pure segnalato da un martire jihadista, come persona a cui fare riferimento a Torino. Episodi lontani per la Corte d’Appello. Ma l’ennesimo braccio di ferro tra poteri dello Stato è servito.